I sistemi di esame delle domande di protezione internazionale e i meccanismi di rimpatrio operano in Unione Europea senza sinergie adeguate, generando inefficienze, disuguaglianze e incoraggiando i flussi migratori.
Partendo da questo secco (anche se condivisibile) assunto, la Commissione Europea ha presentato a metà Settembre 2020 il nuovo “Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo”.
Presentato con particolare enfasi, il Patto (una “casa a tre piani” come definito dalla Commissione) avrebbe lo scopo di coordinare ed ottimizzare le fasi della gestione del processo migratorio, proponendo un sistema di accoglienza comune e un approccio più sistemico al fenomeno.
Un “giusto compromesso tra solidarietà e responsabilità”, ha aggiunto Ursula von der Leyen.
Il primo piano della nuova casa – I rapporti con i Paesi d’origine e di transito dei migranti
“Il primo piano sarà la dimensione esterna, con accordi con i paesi di origine e di transito per trattenere le persone nei loro Paesi” ha dichiarato Margaritis Schinas, Vice Presidente della Commissione.
Il primo pilastro della strategia europea è quindi basato su rimpatri e su meccanismi per evitare la partenza dei migranti irregolari.
Dato che, ad oggi, l’efficacia delle procedure di rimpatrio varia da Stato membro a Stato membro e dipende in larga misura dalle relazioni con determinati Paesi terzi, è stata prevista la nomina di un Coordinatore europeo per i rimpatri, affiancato da funzionari dei vari Paesi, per garantire un approccio più uniforme ed efficace al problema.
Il coordinatore fornirà assistenza tecnica e agevolerà “un’attuazione fluida e interconnessa” dei processi di rimpatrio.
Per bloccare i migranti, l’Unione punta poi a partenariati reciprocamente vantaggiosi con i Paesi terzi, le cosiddette partnership “win-win”.
I dossier su cooperazione allo sviluppo, sicurezza, commercio, agricoltura, investimenti, cambiamenti climatici -ci dice la Commissione- non dovrebbero essere affrontati a compartimenti stagni ma negoziati in maniera sinergica con il processo migratorio, nell’ottica di una maggiore collaborazione con i Paesi Terzi.
In altri termini, la negoziazione dei dossier dovrebbe farsi più dura: la moneta da pagare per ricevere cooperazione ed aiuti dall’Unione sarà una maggiore collaborazione sul piano migratorio.
Infine, si spera, saranno aperti corridoi umanitari per la migrazione legale in modo da contrastare più efficacemente il traffico di esseri umani.
Il secondo piano – “Un solido sistema di gestione della nostra frontiera esterna”
È alla frontiera esterna -secondo la Commissione- che l’UE deve colmare le sue lacune.
La proposta della Commissione è quindi quella di istituire una procedura di frontiera fluida che gestisca la fase di screening preliminare, il triage dei migranti e -quando applicabile- il loro rimpatrio.
Lo screening all’ingresso comprenderà l’identificazione dei migranti, il rilevamento delle impronte digitali e la registrazione di tutto quanto raccolto nella banca dati Eurodac; la finalità è, sia quella di definire chiaramente l’identità del soggetto, sia quella di appurare che non vi siano rischi relativi a sicurezza o problemi di salute del potenziale richiedente asilo.
Il triage avrà invece lo scopo di determinare velocemente se accettare l’individuo come richiedente asilo o se programmare il suo rimpatrio in quanto migrante economico non avente diritto a protezione internazionale.
Lo screening e il triage dei migranti dovrà avvenire entro 5 giorni dalla loro identificazione alla frontiera esterna dell’Unione.
I migranti provenienti da “paesi di origine sicuri” o da “paesi terzi sicuri” saranno instradati in una corsia preferenziale per un rapido esame (dal ragionevole esito positivo) delle loro domande di protezione internazionale.
Per loro (e comunque anche per gli altri), la domanda di asilo dovrà essere esaminata al massimo entro 12 settimane.
È importante anche sottolineare come le domande di asilo presentate alle frontiere esterne dell’UE non conferiscono un diritto automatico di entrare nel territorio dell’Unione. Quali saranno quindi le strutture deputate ad accogliere i migranti in attesa di decisione per le 12 settimane previste? Dettagli operativi ancora sconosciuti.
Per coloro i quali hanno ricevuto diniego alla domanda di asilo, si applicherà invece la procedura di rimpatrio immediato. Al riguardo, la Commissione spinge per inserire la decisioni di rimpatrio nello stesso atto di rigetto della domanda di protezione internazionale al fine di rendere più veloce il processo.
Nonostante le procedure accelerate, la Commissione garantisce (e ci mancherebbe altro) il rispetto dei diritti fondamentali e delle garanzie procedurali essenziali, quali il principio che ogni persona sia sottoposta ad una valutazione individuale, il principio di non-refoulement (non respingimento), l’assistenza legale, il diritto a mezzi effettivi di ricorso e così via.
Il terzo piano – “Un sistema di solidarietà permanente ed effettivo”
Il nuovo meccanismo di solidarietà previsto dalla Commissione si concentrerà principalmente sui ricollocamenti e sui rimpatri sponsorizzati.
Per quanto concerne i ricollocamenti, saranno ancora su base volontaria, a meno che non ci si trovi a dover fronteggiare “situazioni di estrema pressione” quali situazione di crisi, salvataggi in mare o aumenti della pressione migratoria.
In tali casi dovrebbe essere previsto “un meccanismo di solidarietà automatico” con i migranti redistribuiti tra i partner europei per occuparsi della gestione delle loro pratiche.
In situazioni normali, tuttavia, gli Stati potranno scegliere se accettare il ricollocamento oppure se fornire altre forme di supporto logistico o operazionale ai partner più sotto pressione.
Tra di esse vi è la “sponsorizzazione dei rimpatri“: uno Stato membro “sponsor”, pur non accettando migranti sul proprio territorio, si assume la responsabilità di rimpatriare entro un periodo stabilito (massimo 8 mesi) coloro che non hanno diritto di restare sul suolo europeo. Se entro 8 mesi gli Stati sponsor non saranno riusciti a organizzare il rientro in patria dei migranti, dovranno trasferirli sul proprio territorio in attesa della chiusura della procedura di rimpatrio.
Il superamento del Regolamento Dublino?
Va subito chiarito che non c’è alcun superamento del Regolamento di Dublino III, per lo meno non in senso favorevole all’Italia.
L’articolo 13 del Regolamento n. 604/2013 resta infatti per ora immutato. L’articolo specifica che, quando è accertato che un soggetto abbia varcato illegalmente la frontiera di uno Stato Membro UE provenendo da uno Stato esterno all’UE, lo Stato membro di ingresso è competente ad esaminare la domanda di protezione internazionale.
Quello che viene invece introdotto è il principio che il comportamento del richiedente asilo non deve influire sulla determinazione della competenza: viene quindi istituito l’obbligo di riaccogliere le persone che hanno presentato domanda di protezione internazionale in uno Stato e che si sono poi irregolarmente spostate al di fuori dell’Unione.
Fino ad oggi, infatti, gli obblighi in termini di esame della domanda di protezione internazionale da parte dello Stato membro competente venivano meno se il richiedente asilo si fosse allontanato dal territorio dell’Unione Europea per almeno tre mesi.
Se le modifiche proposte dalla Commissione dovessero essere accolte, questa fattispecie scomparirebbe dal nuovo Regolamento e lo Stato di primo ingresso manterrebbe la sua competenza anche in caso di allontanamento del migrante.
Vengono anche modificati i limiti temporali previsti da Dublino III per la competenza: si vorrebbe infatti portare da 12 mesi a 3 anni la soglia dopo la quale lo Stato membro di ingresso non è più responsabile per l’esame della domanda di protezione internazionale.
Vale la pena rammentare che il “Patto europeo sull’immigrazione e l’asilo” è ancora solo una mera proposta senza alcuna forza di legge.
Dovrà essere discusso e approvato dal Consiglio europeo (quindi dai capi di stato o di governo di ogni singolo Stato dell’Unione) e dal Parlamento prima di entrare in vigore e si preannuncia battaglia.
Speriamo di riuscire a farci valere.
“EU Commission – Proposal for a Regulation on Asylum and Migration (23sep2020)” in .pdf (scaricabile)
EU-Commission-Proposal-for-a-Regulation-on-Asylum-and-Migration-23sep2020“EU Commission – New pact on migration and asylum (23sep2020)” in .pdf (scaricabile)
EU-Commission-New-pact-on-migration-and-asylum-23sep2020