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Covid-19 – Criteri di ammissione ai trattamenti intensivi e loro sospensione (SIAARTI, 2020)

Cosa succederà nelle rianimazioni se non si riuscirà a mettere in atto una efficace strategia del contenimento del Covid-19 e la curva del contagio del virus dovesse continuare ad impennarsi?

Aumenterebbero i casi di insufficienza respiratoria acuta a fronte di una limitata disponibilità di risorse, umane e strumentali, mettendoci di fronte a uno scenario drammatico.

 

Covid-19

Il Covid-19 causa, in una parte minoritaria ma comunque consistente di soggetti, una polmonite interstiziale caratterizzata da ipossiemia severa che può durare molti giorni e che, in alcuni casi, richiede supporto ventilatorio.

Ad oggi, 1028 pazienti sono ricoverati in terapia intensiva, con le strutture ospedaliere (specialmente quelle lombarde) ormai quasi allo stremo.

La Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) ha quindi fornito alcune raccomandazioni da seguire quando siano stati compiuti tutti gli sforzi possibili per aumentare la disponibilità di risorse erogabili (anche valutando ogni possibilità di trasferimento dei pazienti verso altri ospedali con disponibilità) ma il numero di malati sia ancora superiore alle forze degli operatori sanitari e ai letti disponibili.

 

La “medicina delle catastrofi”.

In questi casi, i criteri di accesso alle cure intensive (ovvero la scelta di chi potrà vivere e di chi dovrà morire) devono essere diversi rispetto all’ordinaria amministrazione e devono ispirarsi -secondo la SIAARTI- a criteri di giustizia distributiva e di appropriata allocazione di risorse sanitarie limitate: si devono quindi garantire i trattamenti di carattere intensivo ai soli pazienti con maggiori possibilità di successo terapeutico, privilegiando la “maggior speranza di vita”.

A seconda del tipo e della gravità della malattia, dell’età o della presenza di comorbidità (ovvero la presenza di altre malattie), il medico addetto al triage dovrà fare una scelta diversa dal “first come, first served”, come avverrebbe in uno scenario di normalità al quale siamo abituati praticamente da sempre.

Il messaggio è chiaro: se le risorse sono scarse bisogna allocarle a chi ha più probabilità di sopravvivenza e può avere più anni di vita salvata.

D’altra parte, in uno scenario di saturazione totale delle risorse intensive, anche mantenere un criterio di “first come, first served” avrebbe delle conseguenze pesanti dal punto di vista sociale, dato che si sceglierebbe comunque -a priori- di non dare una speranza a coloro i quali fossero giunti cronologicamente più tardi, indipendentemente da valutazioni legate alla “maggior speranza di vita” dei soggetti malati.

Tutti gli accessi alle cure intensive -dice poi la SIAARTI- dovranno essere sottoposti a quotidiana rivalutazione dell’appropriatezza, degli obiettivi di cura e della proporzionalità delle cure e, se il paziente non risponde al trattamento o si complica in modo severo, la “desistenza terapeutica” (ovvero l’interruzione di trattamenti ormai considerati come una ostinazione terapeutica) non deve essere esclusa a priori dai medici curanti.

La decisione di limitare le cure intensive non deve comunque essere una decisione di carattere monocratico ma discussa e condivisa il più possibile collegialmente. Qualora si presentino situazioni di particolare difficoltà e incertezza, è raccomandato avere una seconda opinione da parte di interlocutori qualificati.

La decisione di porre una limitazione alle cure (“ceiling of care”) dovrebbe infine essere sempre motivata, documentata e adeguatamente comunicata ai pazienti e ai loro familiari.

 

Il quadro delineato è quantomeno angosciante.

C’è solo un modo per non arrivare a questo punto (se già non ci siamo arrivati) ed è quello di adottare comportamenti responsabili e seguire pedissequamente le misure previste dalle autorità.

State a casa.

 

“Raccomandazioni di etica clinica per l’ammissione a trattamenti intensivi e per la loro sospensione, in condizioni eccezionali di squilibrio tra necessità e risorse disponibili”, Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva, 06 Marzo 2020 in .pdf (scaricabile):

SIAARTI - Covid19 - Raccomandazioni di etica clinica

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