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La “vaccinovigilanza” e il caso dei vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella

Anche dopo l’immissione in commercio, i vaccini vengono strettamente monitorati per verificarne, nel lungo periodo, la sicurezza e l’efficacia sul campo. Tale attività viene comunemente definita “vaccinovigilanza”.

La “vaccinovigilanza” si realizza tramite le segnalazioni degli eventi avversi che si verificano dopo essere stati vaccinati (“Adverse Events Following Immunizaton” – AEFI), ovvero qualsiasi evento di natura medica che abbia luogo a seguito di vaccinazione (come ad esempio la febbre) che viene segnalato tramite schede cartacee o direttamente online da medici, operatori sanitari e cittadini attraverso il database della Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNFV).

In tali segnalazioni, non si riporta solo l’evento avverso verificatosi dopo la vaccinazione ma -normalmente- si aggiungono anche dettagli relativi alla condizione clinica del soggetto o alle terapie farmacologiche concomitanti assunte (che possono determinare o concorrere all’insorgenza della reazione avversa), al fine di far meglio comprendere e classificare l’evento al valutatore.

L’analisi dei dati ricevuti permette di evidenziare possibili segnali di sicurezza collegati a determinati vaccini; tali segnali vengono poi approfonditi e quantificati in termini di rischio affinché vi sia la certezza che il rapporto fra i benefici e i rischi per i vaccini posti in commercio sia sempre a favore dei benefici.

La valutazione del nesso di causalità

Gli eventi avversi segnalati, se pur manifestatisi in coincidenza temporale o successivamente alla vaccinazione, possono comunque non essere collegati in maniera causale con la somministrazione del vaccino: essi sono solo dei “segnali di allerta”, ovvero sospetti di possibili correlazioni, che devono però essere ulteriormente approfonditi per meglio comprendere il profilo di rischio di un vaccino.

La “valutazione del nesso di causalità” di una sospetta reazione avversa è un metodo utilizzato per stimare la relazione tra l’esposizione a un vaccino e una specifica reazione avversa verificatasi, così da indagarne la causalità.

Nell’ambito della “vaccinovigilanza”, si utilizza un algoritmo specifico che prende in considerazione la relazione temporale fra la vaccinazione e l’evento, la presenza di possibili spiegazioni alternative, precedenti evidenze di letteratura, la frequenza dell’evento nella popolazione generale, la plausibilità biologica.

La valutazione delle segnalazioni di sospetta reazione può così produrre 4 possibili interpretazioni:
– “correlabile”, per cui l’associazione causale fra evento e vaccino è considerata plausibile;
– “non correlabile”, per la presenza di altri fattori che possono giustificare l’evento;
– “indeterminata”, quando l’associazione temporale è compatibile ma le prove non sono sufficienti a supportare un nesso di causalità;
– “non classificabile”, quando si devono richiedere ulteriori approfondimenti per avere informazioni sufficienti a effettuare la valutazione.

Il rapporto vaccini 2017

Il rapporto vaccini 2017, da poco pubblicato a cura dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ci dice che le segnalazioni di “eventi avversi verificatisi dopo l’immunizzazione” inserite nel 2017 sono state 6.696, in lieve crescita rispetto al 2016 (si è infatti passati da 7,9 segnalazioni per 100.000 abitanti nel 2016 a 11,1 nel 2017).

Circa l’80% delle segnalazioni insorte nel 2017 sono state classificate come “non gravi”, in linea con gli anni precedenti.
Una reazione è classificata come “grave” quando risulta fatale per il soggetto, quando ne ha provocato o prolungato l’ospedalizzazione, quando ha provocato invalidità grave o permanente, ha messo in pericolo la vita del paziente o ha causato anomalie congenite e/o difetti alla nascita.

Dei 10 casi con esito fatale analizzati nel Rapporto, otto sono risultati “non correlabili” con la vaccinazione e due “indeterminati”.

I vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella

Le 1.488 segnalazioni (di cui 402 gravi, 27,0%) inserite nel 2017 nella Rete Nazionale di Farmacovigilanza per le vaccinazioni contro morbillo, parotite, rosolia e varicella riguardano essenzialmente il vaccino tetravalente MPRV (58%) e i trivalenti MPR (32%).

Inoltre, la quasi  totalità delle segnalazioni a seguito di vaccinazione MPRV o MPR+V si riferisce a bambini sotto i 12 anni.
Sul totale delle segnalazioni inserite  nel 2017, il 78% (1161) sono eventi insorti nel 2017: di questi, 890 (77%) sono stati definiti come non gravi e 258 come gravi (22%).

Vi è stato anche un caso di decesso, un bambino di 5 anni di sesso maschile, con storia clinica di epilessia idiopatica parziale in trattamento con valproato e carbamazepina. Il decesso è avvenuto durante la notte, circa 15 giorni dopo la vaccinazione con M-M-RVAXPRO (vaccino morbillo-parotite-rosolia) e Nimenrix (vaccino meningococcico gruppo A, C, W-135 e Y). Considerando i fattori concomitanti che si configuravano come possibili altre cause del decesso (l’epilessia idiopatica e la conseguente possibile “morte improvvisa e inattesa di soggetti che soffrono di epilessia”, detta SUDEC, nonché l’assunzione di una-terapia antiepilettica), il nesso di causalità assegnato all’evento è stato “non correlabile”.

Le 5 sospette reazioni avverse più segnalate per i vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, indipendentemente dal nesso di causalità, sono state febbre, iperpiressia (il più frequente), reazioni cutanee generalizzate, agitazione/irritabilità, ed eruzioni cutanee morbilliformi.
Meno comunemente sono state osservate: diarrea, reazioni al sito d’iniezione, pianto, vomito, linfadenopatia e artralgia.
Più rare sono poi l’esantema morbilliforme/varicelliforme (1,3 casi per 100.000 dosi), le convulsioni (0,5 casi per 100.000 dosi), la piastrinopenia (0,7 casi per 100.000 dosi), l’atassia/disturbo dell’equilibrio (0,2 casi per 100.000 dosi).

Sul totale di 258 sospette reazioni avverse gravi ai vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, 198 (76,7%) sono risultate correlabili alla vaccinazione, 35 (13,6%) sono risultate non correlabili, 17 (6,6%) indeterminate e 8 (3,1%) non classificabili.

L’83,8% delle reazioni avverse gravi risultate correlabili ai vaccini contro morbillo, parotite, rosolia e varicella riporta come esito la risoluzione completa dell’evento.

Tra i “casi di interesse” fra le reazioni gravi, il rapporto riporta quello di un bambino di 14 mesi che ha manifestato, dopo sei giorni dalla vaccinazione con Priorix (vaccino morbillo-parotite-rosolia) e Menjugate (vaccino meningococco C), febbre, piastrinopenia e leucopenia, epatosplenomegalia ed eritema.
Il nesso di causalità è stato classificato dai valutatori come “correlabile” e la risoluzione è stata fortunatamente completa.
La piastrinopenia è, tra l’altro, una reazione presente nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto di Priorix, con frequenza non nota.

L’epidemia di morbillo del 2017

Se raffrontiamo i dati delle reazioni avverse alla vaccinazione contro il morbillo con i dati derivanti dall’epidemia di morbillo esplosa in Italia nel 2017, ci rendiamo conto che abbiamo di fronte percentuali di ospedalizzazioni molti maggiori per le persone colpite dal morbillo piuttosto che per quelle che abbiano ricevuto una vaccinazione e lo stesso discorso vale per le complicanze verificatesi.

Questo a riprova del fatto che i vaccini rappresentano una delle principali risorse a nostra disposizione a tutela della nostra salute e della salute pubblica.

Nel periodo dal 1 gennaio al 31 dicembre 2017 sono stati segnalati in Italia 5.407 casi di morbillo, ponendo l’Italia al secondo posto per numero di casi segnalati nell’intera Regione Europea dell’OMS.
L’87,6% delle persone che hanno contratto la malattia era non vaccinato e il 7,2% aveva effettuato una sola dose di vaccino.

Complessivamente il 34,1% dei casi (1.845/5.407) ha riportato almeno una complicanza.

La complicanza più frequente è stata la diarrea, riportata in 811 casi (15,0%) ma sono stati segnalati anche 391 casi di polmonite (7,2%), 2 casi di encefalite (di cui uno in un bambino di meno di due anni di età) e 458 casi di epatite.
Sono stati infine segnalati quattro decessi, di cui tre bambini sotto i 10 anni di età (rispettivamente 1, 6 e 9 anni) e una persona di 41 anni, tutti non vaccinati.

 

Il “Rapporto Vaccini 2017” di AIFA, in .pdf (scaricabile):

Il Rapporto Vaccini 2017 (AIFA)

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